La scrittura minuta di papa Leone XIV, l’esame grafologico

L’esame grafologico compiuto dall’esperta Evi Crotti mostra «una personalità empatica, umile e riflessiva»

Nella mia breve biografia di Francesco, uscita con il Corriere nel giorno del suo funerale, si citava l’esame grafologico compiuto dall’esperta Evi Crotti. Prendeva spunto dalla strana firma di Bergoglio. Un po’ grossolana forse perché nei momenti solenni e concitati del dopo Conclave non aveva a disposizione altre che un pennarello.

Con una stilografica sarebbe stata molto diversa, almeno crediamo. Crotti ha esaminato anche la scrittura di papa Leone XIVconcentrandosi sul messaggio lasciato, il giorno dopo la sua elezione, al termine della visita alla basilica santuario della Madre del Buon Consiglio, a Genazzano. Lo riproduciamo qui sotto.

Ecco la perizia, se possiamo chiamarla così. «Emerge una personalità che sa gestire il suo mondo emozionale e ben conduce, tra momenti di introversione, atti al bisogno di riparo e di ripensamento (vedi scrittura piccola), e altri di totale donazione operativa, esprimendo rapporti interpersonali carichi di manifestazioni calorose (grafia ascendente verso destra). Si tratta di un miscuglio tra il controllo, che lo rende un fedele discepolo di Agostino, e la necessità di essere pronto a comprendere il mondo d’oggi, dispensando prodigalità e saggezza: una via che richiami l’umanità ai valori etici (vedi ampio spazio tra le righe e gesto grafico congestionato). Una scrittura così minuta, con lo spazio interamente occupato e proporzionato, con una firma graficamente uguale al testo, esprime una personalità empatica, umile e riflessiva. Invece, il gesto veloce e alcune lettere più inchiostrate di altre, segnale di scosse emotive, denunciano momenti d’impazienza, a indicare un sottofondo di ansia anticipatoria, che lo spinge a un attivismo continuo per ottenere ciò che vuole nel più breve possibile».

Questo dice, o almeno lascia intendere, la calligrafia del Pontefice. Sapendo quanto l’emozione e le circostanze cambino il nostro umile modo di scrivere e di firmare, non riusciamo a immaginare tutto ciò che ha provato, e continuare a provare, papa Prevost, di fronte a un foglio bianco vestito di bianco.

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Scripta Manent

Rubrica a cura di Evi Crotti su ilgiornale.it