Difendiamo la grafologia

Sono consapevole del fatto che per alcuni la grafologia faccia parte delle pseudo scienze e non possa essere annoverata tra le scienze esatte. Questo è senz’altro vero, ma tale discorso vale anche per la medicina e la psicologia. Però c’è un punto a suo favore ed è quello che lasciando una traccia indelebile sul foglio la scrittura permette di cogliere e verificare quanto la grafologia afferma per conoscere a fondo se stessi e gli altri.
Valutando i ragazzi d’oggi  ho potuto constatare come sia carente il livello di apprendimento e, di conseguenza, anche il comportamento ne va di mezzo.

Sono questi due elementi valutativi che hanno subito delle variazioni notevoli, dovute soprattutto all’avvento del digitale. Scrivere a mano, specialmente in corsivo, favorisce nell’età evolutiva uno sviluppo completo delle abilità cognitive, percettive e motorie, migliorando aree del cervello deputate al pensiero, al linguaggio, alla manualità e alla memoria, nonché favorendo la stabilità emotivo-affettiva.

Battere le dita su una tastiera non è come articolare movimenti complessi con le dita impugnando una penna. Una volta esisteva l’insegnamento della “calligrafia”, che però venne abolita nel ’68. Da allora in un gran numero di  ragazzi, col subentrare delle tecnologie, si è riscontrato da un lato l’aumento della disgrafia e dall’altro la perdita di due facoltà fondamentali come l’attenzione a lungo termine e la concentrazione. A ciò va aggiunto l’incremento di comportamenti iperattivi e di distraibilità.

Per quanto riguarda l’adulto, posso affermare, senza tema di smentita, che la grafologia ha in sé un potere predittivo, non certo di natura mantica bensì, come sosteneva anche Rita Levi Montalcini, come indicatore di segnali premonitori di fatti non ancora accaduti.

Qualche esempio pratico servirà a comprendere meglio questo concetto.

  • Carlo e Diana

Nella primavera del 1981, quando Carlo e Diana vennero in Italia mi fu chiesto un parere sulle possibilità d’intesa tra i due. Scrissi, papale papale, “questo matrimonio non s’ha da fare”. Troppo diverso il carattere della principessa per accettare le regole della casa reale inglese, dove Carlo era troppo dipendete dalla Madre Sovrana.

La storia ha dato pienamente ragione alla grafologia.

  • Carlo e Diana

Nella primavera del 1981, quando Carlo e Diana vennero in Italia mi fu chiesto un parere sulle possibilità d’intesa tra i due. Scrissi, papale papale, “questo matrimonio non s’ha da fare”. Troppo diverso il carattere della principessa per accettare le regole della casa reale inglese, dove Carlo era troppo dipendete dalla Madre Sovrana.

La storia ha dato pienamente ragione alla grafologia.

  • Roberto Calvi

Il 18 giugno 1982 il banchiere Roberto Calvi fu trovato impiccato sotto un ponte a Londra. Alcuni parlarono di suicidio. La scrittura smentiva decisamente tale convinzione poiché non segnalava nulla che potesse farlo sospettare. Anche qui la storia sembra aver dato ragione alla grafologia.

  • Michele Sindona

Quando il banchiere era in auge e dettava legge in materia di alta finanza mi fu chiesto di stilare un profilo circa l’onestà o meno del personaggio. Ricordo che usai le parole “amorale e immorale”, che però il giornalista modificò per il timore di rappresaglie. La fine che fece il banchiere dimostra come la grafologia sia in grado di cogliere l’inganno e la truffa nelle persone.

  • Pacciani, il mostro di Firenze

Attraverso lo studio del grafismo e dei disegni del contadino di Mercatale fui in grado di escludere che fosse lui il mostro di Firenze poiché non possedeva le peculiarità del serial killer, in particolare presentava povertà mentale e cognitiva.

Come si può vedere la scrittura, essendo strumento di comunicazione non

Verbale, permette di conoscere sé stessi e gli altri.

Dice Padre Girolamo Moretti, fondatore della grafologia italiana: “il grafologo nella definizione della personalità di un soggetto incontra le stesse difficoltà che trovano anche altre branche della scienza”.

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Scripta Manent

Rubrica a cura di Evi Crotti su ilgiornale.it